Come mi piace provare nuove ricette….stamattina ho scovato questo sformatino su un vecchio giornale che avevo in casa….e non ho resistito!!! Guardando la lista degli ingredienti, mi sono spaventata mi sembrava complicatissima, ma poi ho capito che bastava mescolare tutto insieme con un po’ di delicatezza e il gioco era fatto…quindi sono uscita di corsa a fare la spesa (ci ho messo un po’ a trovare la ricotta di pecora, a Milano purtroppo sembra una rarità, ma va benissimo anche quella di capra o di mucca, basta che sia bella asciutta) e mi sono messa in cucina. Io ho fatto delle mono porzioni negli stampini di alluminio che poi ho capovolto sul piatto, ma si può fare anche in una pirofila grossa e non capovolgere e ricoprirla con la composta di cipolle rosse.
La cottura è l’unica cosa un po’ noiosa perché deve cuocere lentamente a bagno maria e ogni tanto bisogna ricordarsi di aprire il forno per far uscire il vapore e non far gonfiare troppo gli sformatini. Non spaventatevi…provatela perché il risultato è da alta cucina e vi assicuro che il procedimento non è per niente complicato!
Ingredienti (per 8 persone)
500 gr ricotta di pecora asciutta
300gr panna fresca
150gr albume
noce moscata
300 gr cipolle di Tropea
75gr aceto di Chianti
45 ml Chianti
25gr zucchero di canna
2 foglie di alloro
25gr uvetta sultanina
25gr burro
25 gr olio
Preparazione
Per lo sformatino: frullate la ricotta con gli altri ingredienti fino ad avere un impasto liscio ed omogeneo. Mettete il composto in stampini singoli o in una teglia e cuocere a bagnomaria a 120° per 40 minuti circa, ricordandosi di aprire la bocca del forno ogni 15 minuti per far uscire il vapore in eccesso . Quando saranno cotti, lasciare intiepidire. Se la cottura è stata fatta in teglia tagliare lo sformato in piccoli parallelepipedi.
Per la composta: affettate le cipolle e stufatele in una padella con il burro, l’olio e lo zucchero e le uvette messe precedentemente a bagno. Bagnare con l’aceto e il vino e lasciate cuocere per circa 15 minuti finchè saranno cotte. Sistemare la composta sopra lo sformato.